L’analisi è stata realizzata dal Centro Studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions grazie al sistema esclusivo “Auction System”, che consente di alimentare banche e servicer di dati aggiornati in merito alle esecuzioni immobiliari e di clusterizzare, come in questo caso, le varie tipologie di beni in asta.
Si trova a Montalcino uno dei vigneti più pregiati finiti in asta e il lotto comprende 5 ettari e mezzo nella zona del Brunello di Montalcino DOCG, un ettaro e mezzo circa nella zona del Rosso di Montalcino DOC e un’ altra parte nel podere Sant’Antimo Rosso DOC. Da sottolineare che, oltre ai terreni, vi sono spesso all’asta interi poderi, cantine e aziende. In asta vi sono poi anche molti ettari di terre e vigneti del Chianti e del Morellino di Scansano.
Subito dopo le terre toscane vi sono i famosi e pregiati vini siciliani. La Sicilia infatti conta una percentuale del 7% sul totale dei vigneti andati in asta.
Si trova a Pantelleria l’asta di maggior valore di questa terra. Il 19 marzo, in tempo di Covid-19 e quindi poi rinviata, è finita all’asta un’intera cantina del pregiato passito, probabilmente il più famoso al mondo, a una cifra base d’asta pari a € 2.008.843.
Sempre in Sicilia vi sono poi in asta diversi ettari nelle Terre del Marsala e nelle terre di produzione della Malvasia delle Lipari.
Il giro dei vigneti in asta continua in Puglia (7%), dove a essere coinvolte sono le terre nel Negramaro, del Primitivo di Manduria e dei vini del Salento. Il prezzo complessivo dell’intero patrimonio enologo pugliese ammonta a 17.984.480 €, ma le stime parlando di un valore reale oltre i 40 milioni.
“Le eccellenze italiane nascondono problemi legati alla produzione, all’export, alle crisi e alla tassazione. Sono patrimoni da tutelare e imprenditori da non abbandonare, devoti alle terre e al vino, alla cultura e all’Italia. Solo poche terre sono state escluse dalla crisi. – dichiara Mirko Frigerio, Fondatore & Vicepresidente Esecutivo NPLs RE_Solutions e Presidente del Centro Studi Astasy Analytics – È il caso delle terre del Barolo, grande eccellenza, cosi come quasi tutte le etichette piemontesi. Il Piemonte è la patria dello slow food e vanta una cultura enogastronomica, nonché un’eccellente produzione, che ha creato all’interno del settore forti aggregazioni che, in tempi di crisi, hanno permesso di garantire al mercato un ottimo rapporto qualità -prezzo”.
Proseguendo nell’analisi, troviamo altre note e famose etichette; è il caso delle aste nelle terre del Franciacorta, le bollicine italiane, seppur con poca superficie,prosegue la lista con le produzioni della Bonarda, dell’oltre Pò Pavese e del Romagna Sangiovese.
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